Piano di risanamento: caratteristiche ed effetti giuridici

Il piano di risanamento è uno degli strumenti che il legislatore ha messo a disposizione degli imprenditori che desiderano affrontare in modo efficace le situazioni di crisi aziendale, offrendo la possibilità di riequilibrare la propria esposizione debitoria e ristabilire una situazione economico-finanziaria sostenibile.

Disciplinato dal Codice della Crisi d’Impresa e dell’Insolvenza, l’istituto permette infatti alle aziende di intraprendere un percorso strutturato verso il recupero della stabilità economica, evitando le procedure concorsuali più invasive.

Quali sono le caratteristiche del piano attestato di risanamento

In linea con quanto abbiamo condiviso in premessa, il piano attestato di risanamento è qualificabile come un atto unilaterale predisposto dal debitore e indirizzato ai creditori, privo di un controllo giurisdizionale preventivo, elemento che conferisce a questo strumento maggiore flessibilità e rapidità di attuazione rispetto ad altre soluzioni previste dalla normativa.

Come previsto dall’articolo 56 del Codice della Crisi, il piano deve infatti unicamente avere data certa, requisito essenziale per la sua validità ed efficacia, e rispettare alcuni criteri costitutivi di cui si dirà nelle prossime righe.

La sua finalità primaria, come altri strumenti del Codice, rimane sempre quella di consentire all’impresa di superare la situazione di difficoltà economica attraverso interventi mirati che possono includere ristrutturazioni organizzative, rimodulazione dei debiti, dismissione di asset non strategici e altre iniziative volte a ripristinare l’equilibrio patrimoniale ed economico. La natura privatistica dello strumento permette all’imprenditore di mantenere un significativo controllo sul processo di risanamento.

Quali sono gli elementi costitutivi del piano di risanamento

Oltre alla data certa, il piano attestato di risanamento deve rispettare altri elementi ben definiti che ne determinano la validità e l’efficacia.

Innanzitutto, deve presentare un progetto dettagliato che illustri le strategie e le azioni concrete finalizzate al risanamento dell’impresa, delineando così con chiarezza gli obiettivi di riequilibrio economico-finanziario che si intendono raggiungere.

Altro requisito fondamentale è rappresentato dall’attestazione rilasciata da un professionista indipendente, figura che riveste un ruolo cruciale nell’architettura del piano: il professionista, che deve possedere specifici requisiti di indipendenza e competenza, è chiamato a verificare e attestare la veridicità dei dati aziendali presentati e la fattibilità economica del piano proposto.

Inoltre, il professionista valuta anche la coerenza degli accordi conclusi con i creditori rispetto agli obiettivi del piano stesso, garantendo così una valutazione tecnica imparziale sulla solidità e realizzabilità del progetto di risanamento.

Gli effetti giuridici e i vantaggi del piano di risanamento

piano risanamento

Gli effetti giuridici del piano attestato di risanamento sono disciplinati principalmente dagli articoli 166 e 324 del Codice della Crisi d’Impresa: tra di essi, i più importanti sono certamente riconducibili all’esenzione dall’azione revocatoria per gli atti e i pagamenti effettuati in esecuzione del piano, con una protezione che rappresenta una significativa tutela per l’imprenditore e per i terzi che interagiscono con l’impresa durante la fase di risanamento.

Parallelamente, il piano attestato offre anche l’esenzione dalle responsabilità penali relativamente ai reati di bancarotta preferenziale e bancarotta semplice che potrebbero derivare dal compimento degli atti previsti nel piano stesso. Uno scudo protettivo che costituisce un ulteriore e importante incentivo per intraprendere percorsi di risanamento, consentendo all’imprenditore di operare con maggiore serenità nell’attuazione delle misure necessarie al recupero aziendale.

La pubblicità del piano e le sue implicazioni fiscali

Il comma 4 dell’articolo 56 prevede la facoltà di pubblicare nel Registro delle Imprese il piano, l’attestazione e gli accordi raggiunti con i creditori. La pubblicazione, pur essendo generalmente facoltativa, diventa obbligatoria qualora l’imprenditore intenda beneficiare delle agevolazioni fiscali previste dalla normativa tributaria.

In particolare, la pubblicazione del piano nel Registro delle Imprese consente di usufruire dell’esclusione parziale dall’imposizione delle sopravvenienze attive derivanti dalla riduzione dei debiti conseguente all’attuazione del piano, come stabilito dall’articolo 88, comma 4-ter del TUIR. Un vantaggio fiscale che, in aggiunta a quanto sopra, potrebbe risultare decisivo per spingere l’imprenditore a usare il piano attestato, rendendo questo strumento ancora più attrattivo nell’ambito delle strategie di gestione della crisi aziendale.

La consulenza per il piano di risanamento

Dalle righe di cui sopra è dunque emerso come il piano attestato di risanamento sia uno strumento sicuramente valido nel panorama delle soluzioni alla crisi d’impresa, caratterizzandosi per la sua flessibilità, rapidità di implementazione e significativi vantaggi in termini di protezione giuridica e fiscale.

La sua natura privatistica, unita alla verifica tecnica del professionista attestatore, garantisce un equilibrio tra l’autonomia imprenditoriale e le esigenze di tutela dei creditori e del mercato, rendendo questo istituto particolarmente adatto per affrontare situazioni di temporanea difficoltà economica con prospettive concrete di ripresa aziendale.

Per saperne di più su questo strumento e comprendere quanto possa essere utile ricorrere a un consulente esperto che possa supportare il cliente nel conseguimento dei migliori risultati di risanamento, è possibile contattare il nostro team.

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