Ricorso tributario: come farlo e che risultati ottenere

Il sistema fiscale italiano prevede una serie di strumenti di tutela dei contribuenti che ritengono di aver subito un’ingiustizia da parte dell’amministrazione finanziaria.

Tra questi, il ricorso tributario è certamente la soluzione principale per contestare gli atti impositivi: in questo articolo esploreremo insieme le caratteristiche essenziali del ricorso tributario, le modalità di presentazione e gli aspetti procedurali più rilevanti per difendere efficacemente i propri diritti.

Cos'è il ricorso tributario

Come abbiamo in parte già anticipato, il ricorso tributario costituisce lo strumento giuridico attraverso cui il contribuente può impugnare atti dell’amministrazione finanziaria ritenuti illegittimi o infondati.

Si tratta di un’azione legale che attiva il processo tributario, disciplinato dal D.Lgs. 546/1992, e che rappresenta la via privilegiata per ottenere l’annullamento di avvisi di accertamento, cartelle di pagamento e altri atti impositivi.

Ricordiamo a tal proposito che la giurisdizione tributaria comprende tutte le controversie aventi ad oggetto tributi di ogni genere e specie, inclusi quelli regionali, provinciali e comunali, nonché le sanzioni amministrative tributarie, divenendo pertanto un procedimento ad ampissimo spettro in questo settore.

Gli organi competenti della giustizia tributaria

La giustizia tributaria si articola su due gradi di giudizio di merito: in primo grado opera la Commissione Tributaria Provinciale (CTP), mentre in secondo grado interviene la Commissione Tributaria Regionale (CTR).

Il ricorso alla Commissione Tributaria Provinciale rappresenta quindi il primo passo nel contenzioso fiscale, mentre contro le sentenze della CTP è possibile presentare appello alla CTR. Successivamente, per questioni di diritto, è ammesso ricorso per Cassazione.

Quando presentare il ricorso in commissione tributaria

ricorso tributario 1

La presentazione del ricorso tributario deve avvenire entro termini perentori, generalmente pari a 60 giorni dalla notifica dell’atto impugnato. Rispettare tale termine è fondamentale: il suo mancato rispetto comporta infatti l’inammissibilità del ricorso e la definitività dell’atto contestato.

Esistono ad ogni modo alcune eccezioni e casi particolari in cui il termine può essere sospeso, come avviene durante il periodo feriale (1 agosto – 31 agosto) o in caso di presentazione di istanza di accertamento con adesione.

È inoltre importante considerare che per alcuni atti, come le intimazioni di pagamento, possono applicarsi termini diversi.

Come fare ricorso tributario: aspetti procedurali

La preparazione del ricorso tributario richiede particolare attenzione agli aspetti formali. Il ricorso deve in particolar modo contenere l’indicazione della Commissione tributaria adita, le generalità del ricorrente e del suo legale rappresentante, il codice fiscale e l’indirizzo PEC, l’indicazione dell’atto impugnato, i motivi di impugnazione e la richiesta rivolta al giudice.

Deve inoltre essere sottoscritto dal difensore o dal ricorrente nei casi in cui è ammessa la difesa personale. La precisione nella redazione dei motivi di ricorso è cruciale: devono essere indicati specificamente i vizi dell’atto e le norme violate, evitando formulazioni generiche che potrebbero rendere il ricorso inammissibile.

La presentazione del ricorso alla commissione tributaria provinciale

Negli anni il procedimento di presentazione del ricorso ha subito significative modifiche, conseguenti all’introduzione del processo tributario telematico.

In particolare, è previsto che il ricorso sia notificato all’ente impositore mediante PEC o mediante consegna diretta, spedizione postale in plico raccomandato senza busta con avviso di ricevimento, o tramite ufficiale giudiziario.

Successivamente, entro 30 giorni dalla notifica, il ricorrente deve costituirsi in giudizio mediante deposito del ricorso presso la segreteria della CTP competente. Con il processo tributario telematico, questo deposito avviene esclusivamente per via telematica attraverso il Sistema Informativo della Giustizia Tributaria (S.I.Gi.T.).

La sospensione dell'atto impugnato

Tra gli altri aspetti di maggiore rilievo nel ricorso tributario c’è anche la possibilità di richiedere la sospensione dell’esecuzione dell’atto impugnato, un’istanza che può essere presentata contestualmente al ricorso o con atto separato, e che viene accolta quando sussistono contemporaneamente il fumus boni iuris (la probabile fondatezza del ricorso) e il periculum in mora (il danno grave e irreparabile che deriverebbe dall’esecuzione dell’atto).

La sospensione può essere concessa fino alla pubblicazione della sentenza di primo grado e, in alcuni casi, anche durante il secondo grado di giudizio.

L’importanza di ricorrere a un consulente per il ricorso tributario

In questo contesto così complesso della giustizia tributaria, affidarsi a un consulente specializzato rappresenta una scelta molto utile.

La materia fiscale è infatti caratterizzata da un sistema di norme in continua evoluzione, che richiede competenze tecniche approfondite e aggiornate. Solamente un professionista esperto permetterà di ricorrere alle procedure più corrette e evitare le insidie procedurali che possono compromettere l’esito del ricorso.

Il consulente fiscale sa infatti individuare con precisione i vizi dell’atto impugnato, formulare correttamente i motivi di ricorso e predisporre una documentazione probatoria efficace. Inoltre, possiede l’esperienza necessaria per valutare l’opportunità di soluzioni alternative come l’accertamento con adesione o la conciliazione giudiziale, con un’assistenza che risulta essere ulteriormente vantaggiosa nella fase dibattimentale, dove la capacità di argomentazione tecnica e la conoscenza della giurisprudenza più recente possono fare la differenza. Contattaci per saperne di più.

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