Ristrutturazione del debito: procedura e vantaggi
La ristrutturazione del debito è uno strumento utile alle imprese che si trovano in difficoltà finanziarie e che desiderano riorganizzare l’esposizione debitoria, garantendo la propria continuità aziendale e tutelando gli interessi dei creditori.
Come vedremo, il percorso di ristrutturazione può assumere diverse forme. L’obiettivo rimane comunque invariato: riportare l’azienda su un sentiero di sostenibilità economica.
Cos'è la ristrutturazione del debito

Ristrutturare il debito significa, in sintesi, rinegoziare le condizioni di pagamento dei propri debiti con i creditori per renderli più sostenibili e permettere all’impresa di superare un momento di crisi.
La normativa italiana, con il Codice della Crisi d’Impresa (D.Lgs. 14/2019), ha delineato a tal fine strumenti specifici per affrontare queste situazioni, tra cui l’accordo di ristrutturazione dei debiti, un istituto che consente all’imprenditore in difficoltà di raggiungere un’intesa con i propri creditori, ridefinendo termini, condizioni e talvolta anche l’importo dei debiti esistenti.
La ristrutturazione del debito non rappresenta però semplicemente una dilazione delle scadenze, ma un vero e proprio ripensamento della struttura finanziaria dell’impresa, finalizzato a garantirne la sopravvivenza e, auspicabilmente, il ritorno alla redditività.
Per avviare questo processo è però necessario che l’impresa si trovi in stato di crisi o insolvenza, una condizione che si manifesta quando i flussi di cassa prospettici risultano sostanzialmente inadeguati a far fronte alle obbligazioni nei successivi dodici mesi.
Tipologie di accordi per ristrutturare il debito
Il Codice della Crisi d’Impresa prevede tre principali forme di accordi di ristrutturazione, ciascuna con caratteristiche e requisiti specifici. L’accordo ordinario, disciplinato dall’articolo 57, richiede l’adesione di creditori che rappresentino almeno il 60% dei crediti totali e garantisce ai creditori non aderenti il pagamento integrale, seppur con una moratoria di 120 giorni.
L’accordo agevolato (art. 60) rappresenta una versione semplificata, richiedendo l’adesione di creditori che rappresentino solo il 30% dei crediti, ma senza prevedere alcuna moratoria per i creditori non aderenti. La formula implica anche la rinuncia alle misure protettive temporanee.
Infine, l’accordo ad efficacia estesa (art. 61) si applica anche ai creditori non aderenti appartenenti alla medesima categoria, purché l’accordo abbia raccolto l’adesione del 75% dei creditori della categoria stessa. Una soluzione che costituisce una deroga al principio di relatività dei contratti e offre maggiori possibilità di ristrutturazione, specialmente quando i creditori principali sono banche o intermediari finanziari.
Il piano di ristrutturazione del debito
Qualsiasi sia la scelta intrapresa dall’impresa, il fulcro dell’accordo di ristrutturazione è costituito dal piano economico-finanziario, un documento che delinea le strategie e le azioni che l’impresa intende adottare per superare la crisi. Il piano deve essere realistico, sostenibile e deve indicare con precisione i tempi e le modalità di pagamento previsti per ciascun creditore.
Altro elemento di rilievo è l’attestazione di veridicità e fattibilità rilasciata da un professionista indipendente, un esperto che valuta la correttezza dei dati aziendali forniti e certifica che il piano proposto sia effettivamente realizzabile nelle condizioni date. L’attestazione rappresenta una garanzia per i creditori, che possono così valutare con maggiore serenità l’adesione all’accordo.
Il piano di ristrutturazione del debito può prevedere diverse misure: rimodulazione delle scadenze, riduzione dei tassi di interesse, conversione di parte del debito in capitale (debt-to-equity swap), cessione di asset non strategici per generare liquidità o l’accesso a nuova finanza. La combinazione di queste leve deve essere calibrata sulla situazione specifica dell’impresa e sulle caratteristiche del suo indebitamento.
La ristrutturazione dei debiti aziendali: percorso e procedura
Il percorso di ristrutturazione dei debiti aziendali inizia con l’analisi approfondita della situazione patrimoniale, economica e finanziaria dell’impresa: solamente dopo aver compreso le cause della crisi è infatti possibile elaborare strategie efficaci per superarla.
Una volta definito il piano, l’imprenditore può avviare le trattative con i creditori, cercando di ottenere il consenso della percentuale necessaria in base alla tipologia di accordo prescelta. Durante questa fase, è fondamentale che tutte le parti si comportino secondo buona fede e correttezza, come esplicitamente richiesto dalla normativa.
L’accordo raggiunto viene quindi depositato presso il Tribunale competente, insieme alla documentazione richiesta dall’articolo 39 del Codice. Il Tribunale, verificati i requisiti formali e sostanziali, procede all’omologazione, che conferisce all’accordo piena efficacia giuridica e attiva le tutele previste dalla legge.
L’esecuzione dell’accordo rappresenta infine la fase decisiva: l’imprenditore deve rispettare scrupolosamente gli impegni assunti, effettuando i pagamenti nei tempi concordati e implementando le misure di riorganizzazione aziendale previste nel piano.
La ristrutturazione del debito bancario
In questo ambito, particolare attenzione merita la ristrutturazione del debito bancario, poiché gli istituti di credito rappresentano spesso i principali creditori delle imprese in difficoltà. Il Codice della Crisi prevede disposizioni specifiche quando i debiti verso banche e intermediari finanziari rappresentano almeno la metà dell’indebitamento complessivo.
In questi casi, l’imprenditore può chiedere che gli effetti dell’accordo vengano estesi anche ai creditori non aderenti appartenenti alla medesima categoria, purché siano rispettate determinate condizioni: una possibilità che risulta essere particolarmente utile quando l’esposizione verso il sistema bancario è frammentata tra numerosi istituti con interessi potenzialmente divergenti.
Ricordiamo a questo proposito che la ristrutturazione del debito bancario può includere misure come il consolidamento di linee di credito diverse in un unico finanziamento a medio-lungo termine, la concessione di periodi di preammortamento o la revisione delle garanzie. In alcuni casi, può essere previsto anche un sostegno attivo delle banche attraverso l’erogazione di nuova finanza, essenziale per sostenere il rilancio aziendale.
I vantaggi della ristrutturazione del debito
Ristrutturare il debito offre numerosi vantaggi: consente infatti all’impresa di alleggerire la pressione finanziaria nel breve termine, preserva il valore aziendale evitando procedure liquidatorie, tutela i posti di lavoro e può garantire ai creditori un soddisfacimento maggiore rispetto a quanto otterrebbero in caso di liquidazione giudiziale.
Per massimizzare le probabilità di successo, è però fondamentale affrontare il processo con tempestività, non appena emergono i primi segnali di difficoltà, e avvalersi di consulenti esperti in materia. La trasparenza nei confronti dei creditori e la presentazione di un piano realistico e ben strutturato rappresentano infatti elementi decisivi per ottenere l’adesione necessaria.
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