Report di sostenibilità: composizione e vantaggi

Il report di sostenibilità è uno strumento strategico che permette all’azienda di comunicare con trasparenza il proprio impegno verso tematiche ambientali, sociali e di governance.

In un contesto in cui consumatori, investitori e stakeholder richiedono sempre maggiore responsabilità, il report di sostenibilità diviene dunque fondamentale per costruire relazioni di fiducia durature e per posizionarsi come leader nel mercato.

Da cosa è composto il Report di sostenibilità

Il bilancio di sostenibilità, quale documento strategico con cui l’azienda può comunicare il proprio impatto ambientale, sociale ed economico, è in grado di illustrare le performance non finanziarie dell’organizzazione attraverso la successione di alcune sezioni fondamentali.

Tra le principali ricordiamo:

  • una lettera agli stakeholder che delinea la visione e l’impegno della leadership;
  • la nota metodologica che spiega standard adottati (come GRI, SASB o integrati);
  • l’analisi di materialità che identifica i temi prioritari per azienda e stakeholder;
  • le performance ambientali che documentano consumi energetici, emissioni di CO2, gestione dei rifiuti e utilizzo delle risorse;
  • le performance sociali relative a condizioni di lavoro, diversità, formazione e impatto sulle comunità;
  • la governance che descrive strutture decisionali, etica aziendale e gestione dei rischi;
  • e infine gli obiettivi futuri con target misurabili e strategie di miglioramento.

Quando il Report di sostenibilità è obbligatorio

L’obbligo di redigere un Report di sostenibilità è stato significativamente ampliato negli anni con l’introduzione della Corporate Sustainability Reporting Directive (CSRD) europea, che ha sostituito la precedente NFRD.

Dal 2024, sono tenute alla rendicontazione tutte le grandi imprese europee che soddisfano almeno due dei seguenti requisiti:

  • oltre 250 dipendenti,
  • fatturato superiore a 40 milioni di euro,
  • totale di bilancio superiore a 20 milioni.

Per le PMI quotate in un mercato regolamentato, invece, l’obbligo scatterà dal 2026 con un regime semplificato e possibilità di esenzione temporanea di due anni. Un’importante novità è l’estensione dell’obbligo alle società extra-UE con rilevante attività nel mercato europeo a partire dal 2028.

La CSRD ha inoltre introdotto l’adozione obbligatoria degli European Sustainability Reporting Standards (ESRS), che richiedono informazioni dettagliate su questioni ambientali, sociali e di governance, e l’obbligo di sottoporre il bilancio a revisione esterna.

I vantaggi di un Report di sostenibilità

Anche le imprese che non sono obbligate alla redazione di Report di sostenibilità dovrebbero considerare con grande positività l’adozione di questo documento, poiché in grado di trasferire all’organizzazione dei vantaggi competitivi notevoli.

Innanzitutto, la sua adozione migliora significativamente la reputazione aziendale, posizionando l’organizzazione come responsabile e lungimirante agli occhi di consumatori sempre più attenti alle tematiche ESG. Sul fronte finanziario, inoltre, un reporting accurato facilita l’accesso a capitali e finanziamenti a condizioni vantaggiose, poiché investitori e istituti di credito premiano sempre più le aziende con solide performance di sostenibilità. Le analisi interne necessarie per la redazione del report consentono inoltre di identificare inefficienze operative, opportunità di risparmio energetico e di risorse, traducendosi in concreti benefici economici.

Il processo di rendicontazione stimola poi l’innovazione interna e la differenziazione competitiva, spingendo l’organizzazione a ripensare prodotti e processi in chiave sostenibile. Particolarmente rilevante è il miglioramento nella gestione dei rischi: mappare sistematicamente gli impatti ESG permette di anticipare criticità normative, reputazionali e operative.

Non meno importante è il rafforzamento delle relazioni con gli stakeholder, che apprezzeranno la trasparenza e il coinvolgimento, e l’attrazione di talenti, con le nuove generazioni che privilegiano datori di lavoro con valori autentici e verificabili in ambito sostenibilità.

Differenze tra Bilancio di sostenibilità e Report di sostenibilità

Nella pratica professionale italiana, i termini “bilancio di sostenibilità” e “report di sostenibilità” vengono utilizzati in modo sostanzialmente intercambiabile, senza differenze formali o sostanziali. Entrambi si riferiscono infatti al documento che rendiconta le performance non finanziarie di un’organizzazione in ambito ambientale, sociale e di governance.

Ma i due termini sono davvero così uguali?

In verità, la scelta terminologica può talvolta riflettere solo delle sfumature di approccio: “bilancio” evoca un parallelismo con il bilancio economico-finanziario, suggerendo un’analisi quantitativa e sistematica delle performance ESG, con un focus sulla misurazione precisa di indicatori. Il termine “report” può invece sottolineare l’aspetto comunicativo e narrativo del documento, enfatizzando la capacità di raccontare l’impegno dell’organizzazione verso la sostenibilità.

Anche per questo motivo alcuni professionisti preferiscono il termine “bilancio integrato” quando il documento presenta una forte connessione tra performance finanziarie e non finanziarie, mentre “dichiarazione non finanziaria” (DNF) è un altro termine specifico utilizzato dalla normativa italiana per indicare il documento obbligatorio ai sensi del D.Lgs. 254/2016.

Indipendentemente dalla denominazione scelta, quel che conta di più è la sostanza: un documento strutturato secondo standard riconosciuti (GRI, SASB, ESRS), che comunichi in modo trasparente e verificabile l’impatto dell’organizzazione e il suo percorso verso modelli di business più sostenibili.

Quel che emerge, in ogni caso, è che la rendicontazione di sostenibilità rappresenta un impegno complesso che richiede competenze specifiche e aggiornate. Sebbene queste informazioni forniscano un quadro generale, ogni organizzazione presenta caratteristiche uniche che richiedono un approccio personalizzato.

Ecco perché affidarsi a consulenti specializzati in sostenibilità può fare la differenza tra un adempimento formale e uno strumento di reale trasformazione aziendale. Un professionista esperto non solo garantisce la conformità normativa, ma aiuterà anche a identificare opportunità strategiche nascoste, ottimizzare il processo di raccolta dati e di comunicazione dei criteri ESG. Contattaci per saperne di più.

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